Testi di Raffaele Nigro, Stefania
Mola, Vito Carrassi, Vittorio Marzi, Luigi Tedone, Nicola Sbisà. Fotografia di
Nicola Amato e Sergio Leonardi
Grano, olivo e vite – e dunque pane, olio e
vino – rappresentano quella suggestiva “trilogia mediterranea” attorno a cui
ruotano non solo simboli e rituali ma economia, cultura e valori di attualità
estrema per chiunque operi nella direzione dell’integrazione tra popoli e
culture. Dopo l’olivo e i suoi frutti, la seconda tappa di un ideale viaggio
“trasversale” intrapreso nel territorio pugliese tocca il percorso che conduce
dal grano ai prodotti da esso derivati, dunque uno dei principali elementi di
coesione all’interno del bacino mediterraneo, capace di plasmare il paesaggio
con i suoi cicli vegetativi fino a diventare primato commerciale ed alimentare
di queste terre. Seguire la traccia che porta dal grano al pane significa
dunque percorrere una strada che conduce dal paesaggio agricolo – inteso come
territorio, storia, produzione – a quello culturale – fatto di eredità
concrete, ovvero di tecniche e strumenti, ma anche immateriali, come le
tradizioni, i simboli, la memoria collettiva. Soffermandosi sul prezioso dono
di Cerere e sulla sua trasformazione in cibo fondamentale e identitario
fortemente legato alla storia sociale, agricola e alimentare della regione.
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