venerdì 15 agosto 2014

Per Canti e Cantine. NOTE DI UN VIAGGIO ENOFONICO IN SALENTO di Pino De Luca



Talvolta, ricette straordinarie contano pochi, semplici ingredienti. Prendete un viaggio lento in quell’estremo lembo d’Italia che, nonostante le superstrade incompiute e altre ferite, sa ancora regalare squarci di pura bellezza. Aggiungete l’attenzione alla terra – rossa e feconda o calcarea e sitibonda, battuta da un vento odoroso – in cui gli alberelli affondano intrepidi le proprie radici. Mescolate piano, usando il dovuto rispetto alla fatica e alla sapienza dell’uomo, dosando la cura di una tradizione millenaria e la simpatia per il coraggio dell’innovazione. Guarnite con le note di una canzone, popolare o colta, malinconica o giocosa, notissima o dimenticata; perché dalla notte dei tempi il canto, la musica e la danza sposano il vino in ogni festa degna di questo nome. Infine gustate: si raccomandano animo scevro da pregiudizi, sensi tesi a cogliere ogni sfumatura, aggettivazione esuberante e mente capace in egual misura di analisi e d’abbandono. Il risultato è questo consapevole e appassionato atto d’amore per la vite e per la vita, ché “viviamo tempi tristi e amari, sarebbe un crimine non provare ad attenuarne il peso”.

Pino De Luca ha 56 anni, una moglie, due figlie e un cane. Docente di Informatica all’Istituto “E. Fermi” di Lecce, dopo una vita trascorsa tra scienza e peccato, approda all’E(t)nogastronomia, nella quale si cimenta con la medesima pignoleria con la quale ha affrontato cose molto più serie e più tristi. Da anni cura per il «Nuovo Quotidiano di Puglia» una rubrica settimanale che narra di cibo e vino; scrive per «VinoWay», «Affari Italiani» e per chi lo richieda. Cultore del CopyLeft, collabora con chiunque si occupi con scienza e coscienza di buona tavola e buon bere. Nella vita precedente ha pubblicato Regole e Diritti per essere cittadini (Sapere 2000), con l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, un libello sulle storie di Baldasar Castiglione e una triade di testi elettronici di informatica e telecomunicazioni (elettronicamente reperibili e copiabili.) Di allora conserva un fardello di ricordi e il motto "Nec spe nec metu", continuando a pensare che ogni giorno è uguale a quello precedente, tocca a ciascuno di noi renderlo migliore. Nella vita attuale il suo motto è “Non ciò che entra nella bocca contamina l'uomo, ma è quel che esce dalla bocca che contamina l'uomo” (Mt, 15-11). Ha collaborato alla splendida trilogia di Pierpaolo Lala.

Nessun commento:

Posta un commento